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Dai risultati dell’attenta e capillare attività di controllo archeologico che, ad opera della Sopraintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, ha interessato negli ultimi decenni il contesto urbano di Bergamo, e dalla revisione dei dati materiali acquisiti in passato è possibile delineare la vicenda articolata dell’insediamento, dalle sue origini in forme protourbane sullo scorcio del VI sec a.C., quando una pluralità di nuclei abitati viene ad occupare il sistema di colli che si identifica oggi con la Città Alta, alla sua pianificazione fra II e I sec. a.C. secondo gli schemi dell’urbanistica romana, modellati pragmaticamente sull’orografia assai irregolare del sito. Cardine (vie San Lorenzo e Mario Lupo) e decumano massimi (vie Gombito e Colleoni), con il loro andamento a line spezzata, costituiscono gli assi portanti di tutti gli ulteriori sviluppi della città, che nella zona del foro, al loro incrocio, con la costruzione della cattedrale trova il suo centro di aggregazione anche nel passaggio all’Altomedioevo. Questa continuità si confronta con le dinamiche di trasformazione che interessano in età romana l’edilizia abitativa e in età tardoantica coinvolgono l’assetto urbano, in termini il cui chiarimento rimane compito degli sviluppi futuri della ricerca.