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Lo studio della montagna come “paesaggio culturale”, visto nella sua complessità – storica, ambientale, di tradizioni, di cultura materiale e immateriale – va affrontato con una lettura diacronica e pluridisciplinare che sappia documentare, capire, valorizzare e trasmettere lo spirito del tempo di un territorio dove passato a presente sono inscindibili. Alcune ricerche, attuate o in corso o progettate, su testimonianze preistoriche e protostoriche (la frequentazione estiva dei pianalti ed i bivacchi stagionali, prima dei cacciatori paleolitici e mesolitici, poi dei pastori e degli allevatori neolitici e protostorici e, sulle medesime tracce, romani e moderni) o su tematiche “senza tempo” come le manifestazioni d’arte rupestre, o sulla trama dei percorsi storici, perseguono appunto l’obiettivo di documentare le modalità di popolamento e di utilizzo antico di quella parte del territorio bergamasco che costituisce una delle “piccole regioni” alpine, per capirne meglio gli esiti moderni e trarne indicazioni per governarne in modo consapevole gli sviluppi futuri.